Il tumore è un argomento sul quale non mi viene spontaneo scrivere, avendo frequentato gli ospedali e avendo visto cose che non andrebbero viste.
Purtroppo il cancro ha colpito più di una persona nella mia famiglia, ma il trauma maggiore è stata sicuramente la perdita di mio padre avvenuta poco più di un anno fa; cerco quindi una giustificazione per la mia difficoltà a battere sulla tastiera queste pesanti parole.
La mia speranza è sempre quella di riuscire a creare un punto di partenza per una riflessione profonda, per tutti quelli che la vorranno effettuare, su quello che stiamo vivendo nella nostra società e in particolar modo sul come la stiamo vivendo; non voglio essere considerato come un oracolo o un saccente, di quelli ce ne sono abbastanza in ogni angolo della strada; non aspettatevi neanche un rimedio miracoloso o una pastiglia magica capace di eliminare il cancro dalla vostra vita; vi chiedo solo di leggere quanto scritto con la dovuta motivazione, di respirare profondamente, metabolizzare il contenuto e solo allora, a livello conscio esprimere il vostro giudizio.
Sono tutte riflessioni personali e il loro scopo è quello di instaurare un ragionevole dubbio nella mente di chi legge; detto questo, veniamo al dunque.
La medicina ci insegna che il cancro è una malattia cronico degenerativa che si sviluppa all’interno del nostro corpo, principalmente a causa di una cellula che “impazzisce” e decide di non sottostare più alle regole di vita, ma di duplicarsi senza il controllo del sistema immunitario; chiarito questo importante concetto, valido per la maggior parte dei tumori, consideriamo ora il fattore cambiamento che per moltissime persone può essere un grosso problema: l’idea di cambiare una abitudine saldata nel comportamento, non è vissuta bene e in genere si è così radicati nella routine da ritrovarsi a lottare con tutte le forze per difenderla.
Nelle mie ricerche ho imparato che il cambiamento è fondamentale, permette all’uomo di evolversi, di muoversi e di vivere seguendo la sua natura.
Una scoperta scientifica a cui non è stato dato abbastanza rilievo ci suggerisce che ogni cellula del nostro corpo è esattamente come un essere vivente, espleta le nostre stesse funzioni solo in una dimensione più piccola; tutte le cellule del nostro corpo sono in comunicazione tra loro e per natura sono “governate” da un comando principale, il nostro sistema nervoso, la nostra mente, noi.
Metabolizzati questi concetti possiamo collegarli tra loro e sintetizzarli per capire il pensiero comune di sempre più numerosi studiosi: la mentalità della persona viene riflessa anche a livello delle cellule!
Vi chiedo un ultimo sforzo per seguirmi nel discorso, un ultimo passaggio e tutto vi sarà più chiaro: se quello che pensiamo lo pensano anche le cellule e se la morte è considerata come un cambiamento, cosa succede a livello cellulare se noi sviluppiamo un resistenza al cambiamento?
Esatto, le cellule non vorranno cambiare!
In parole povere sembrerebbe che la nostra voglia di non cambiare, inclusa la nostra paura della morte per esempio, potrebbe portare le cellule a pensarla nello stesso modo e quindi a rifiutarsi di compiere l’apoptosi, quel naturale suicidio programmato dal corpo atto a dare spazio a nuove cellule e a rigenerare i tessuti, preferendo la continua duplicazione, andando contro la loro natura biologica e scegliendo quella patologica.
Con questo non voglio assolutamente dire che la causa sia solamente questa, esistono ovviamente altri grandi fattori di rischio esterni, ma vorrei che si aprisse almeno il pensiero anche alla possibilità di cause interne a noi stessi.
Il cambiamento è uno stato naturale delle cose, che avviene in qualsiasi momento della giornata, è evoluzione, è arrivare ad aspirare a qualcosa di più grande, di più nobile; la parte più difficile da cogliere è che anche nei casi più brutti c’è sempre una parte positiva, basta cambiare la propria visuale per trovarla.
Il tumore può essere definita a tutti gli effetti la malattia del secolo, quella che preoccupa maggiormente le persone, che si espande più velocemente e per la quale si investe la maggior quantità di denaro nella ricerca per trovarne una cura efficace.
La cosa assurda è che proprio le grosse preoccupazioni e lo stress rendono sia il terreno molto fertile per ogni tipo di cancro, sia la malattia stessa molto più forte.
Tornando al mio trascorso per esempio, tutta l’agitazione, il pessimismo e la paura che albergavano nel cuore delle persone a me care, hanno solo peggiorato le cose; solamente attraverso questi errori sono arrivato a capire che si stava agendo nel modo sbagliato.
Da allora tutte le malattie, il tumore in primis, le ho cominciate a leggere come un messaggio molto importante del nostro corpo per noi, riguardo al nostro stile di vita, alla nostra emotività e al nostro comportamento: ad oggi, se mai mi ammalerò proverò a leggermi dentro, cercando di capire cosa il mio corpo mi sta rivelando, cosa mi invita a rivedere nella mia esistenza, nei miei principi e nelle mie azioni, il tutto partendo da una serena e profonda introspezione.
Intraprendendo questo meraviglioso viaggio, che tutti possono fare, mi sono reso conto di potermi togliere dei pesi che neanche sapevo di avere, di accettarmi e allo stesso tempo di poter cambiare in qualsiasi momento; le persone possono cambiare!
Il miracolo che si cerca senza trovarlo nei luoghi più sperduti e dai santoni più disparati, forse basterebbe ricercarlo dentro di noi.
Questa è la mia esperienza personale, quello che ho vissuto io, niente di più niente di meno.