Nei prossimi anni l’alimentazione vegetariana sarà la dieta di tutte le persone nel mondo: questo è quello che è emerso dall’allarmante rapporto dello Stockholm International Water Institute.
La notizia è stata resa nota in occasione della conferenza annuale intitolata la Settimana mondiale dell’acqua, nella quale prendono parte più di 2.000 esperti e 200 organizzazioni provenienti da tutto il mondo.
La tesi che ci vede diventare tutti vegetariani è un dato di fatto e il motivo è presto detto: il 2050 è la deadline contenuta nello studio, data in cui le risorse idriche non saranno più sufficienti per mantenere gli attuali regimi alimentari mondiali. Il dato più allarmante proviene proprio da quei paesi emergenti facenti parte dei cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), che di anno in anno hanno uno stile di vita sempre più Occidentale.
Lo studio scandinavo completo parla molto chiaro: considerando le stime sulla futura disponibilità di acqua, incrociando i dati con l’impressionante aumento demografico previsto nei prossimi trentotto anni e il probabile futuro quadro di consumo di cibo mondiale, il 2050 non sembra per niente roseo.
Malin Falkenmark è lapidaria:
Non ci sarà abbastanza acqua per produrre il cibo necessario ai due miliardi di persone in più che ci saranno nel 2050 soprattutto se si manterranno i trend attuali, che vedono il mondo avvicinarsi a una dieta di tipo occidentale con il 20% delle proteine assunte derivanti dagli animali.
Per farci un’idea grossolana del consumo di acqua necessario per la produzione di carne basta pensare che per ogni chilo di carne di manzo che acquistiamo dal macellaio vengono usati per la lavorazione 16 mila litri di acqua.
Il rapporto finale è stato firmato anche da molti scienziati della Fao e dell’International Water Management Institute, tra i quali spicca Torkil Jønch Clausen che nell’introduzione scrive:
Se oggi abbiamo ancora di fronte la sfida di nutrire un miliardo di persone su un totale di 7 miliardi, come pensiamo di raggiungere la sicurezza alimentare per una popolazione che nel 2050 toccherà quota 9 miliardi? la Fao ha stimato che per quell’anno bisognerebbe aumentare la produzione alimentare del 70%. Tuttavia, ciò aggiungerebbe ulteriori pressioni sulle nostre già scarsissime risorse idriche, in un momento per altro in cui abbiamo bisogno d’acqua anche per soddisfare la domanda globale di energia, che crescerà del 60% nello stesso periodo a beneficio di quasi un miliardo e mezzo di persone che ne sono prive.
Per cercare di arginare questo enorme problema conservando in parte nella dieta la carne, bisogna prima di tutto capire l’importanza che riveste l’acqua per la nostra vita e riuscire a comprendere come l’apporto giornaliero di proteine animali dovrà ridimensionarsi arrivando a rivestire una percentuale massima del 5% sul totale delle nostre calorie quotidiane totali.
Naturalmente il primo passo è la richiesta di un bilanciamento idrico capace di imporre l’aiuto dei Paesi con più acqua verso quelli caratterizzati grossa siccità: consideriamo infatti che ad oggi l’88% delle risorse idriche disponibili viene consumato da solo l’11% della popolazione mondiale (uno statunitense medio consuma 600 litri al giorno tra lavarsi, bere, consumi domestici, ect, contro i 20 litri per una persona abitante in un Paese povero; l’Italia si ferma a 200 litri pro capite).
Le stime personalmente sono anche abbastanza generose se prendiamo in considerazione la notizia uscita pochi giorni fa riguardo al superamento della richiesta mondiale di acqua rispetto alla disponibilità effettiva previsto per il 2030.