La disfagia è una sintomatologia legata a un indebolimento o lesione di una o più fasi della catena deglutitoria.
Molti pensano che la disfagia sia una malattia, ma un po’ come accade per la sciatica, entrambe sono solo dei sintomi la cui causa e patologia va ricercata in altra sede (nel caso del dolore sciatico ad esempio un’ernia del disco lombare o una sindrome del piriforme).
La disfagia molto spesso, se non quasi sempre, è il risultato di altri disturbi motori o da ostruzione.
Come avviene la deglutizione
Prima di procedere con la descrizione approfondita della disfagia, conviene fare un breve ripasso di come avviene la deglutizione.
L’atto deglutitorio richiede il movimento coordinato di ben 25 muscoli e un controllo molto preciso coadiuvato dall’intervento della corteccia pre-frontale, sistema limbico, ipotalamo, centri automatici del tronco encefalico e ben 5 nervi cranici (V, VII, IX, X, XII).
Un movimento che possiamo dividere in 4 fasi principali:
- una prima fase volontaria i cui il cibo viene portato alla bocca
- una fase orale volontaria in cui il cibo viene masticato, lavorato con la saliva (bolo) e infine spinto verso la parete posteriore della bocca
- una fase faringea involontaria che porta il bolo verso lo sfintere esofageo superiore
- una fase esofagea involontaria che attraverso la peristalsi (dopo il rilassamento dello sfintere esofageo) porta il cibo nello stomaco
Cause e sindromi che portano a disfagia
Come per ogni problema esistono della cause che portano alla sintomatologia, vediamo quali sono quelle interessate nella disfagia.
Le cause della disfagia sono molte:
- Strutturali
- Infettive
- Iatrogene
- Miopatiche
- Metabiliche
Come ultime citiamo quelle neurologiche, più complesse e molteplici:
- Disfagia emisferica uni/bilaterale come in caso di stroke, emiplegia, tumori cerebrali
- Disfagia da lesione della giunzione neuromuscolare
- Disfagia da danno muscolare
- Disfagia extrapiramidale come in caso di morbo di Parkinson
- Disfagia cerebellare
- Disfagia da lesione del tronco cerebrale
- Disfagia da lesione dei nervi V, VII, IX, X, e XII come nella sindrome di Guillain-Barrè
- Disfagia in forma mista come in caso di sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla o malattia di Alzheimer
Sintomi legati alla disfagia
La disfagia non sempre è facile da riconoscere, fatto che la rende spesso una condizione non diagnosticata.
Ci sono però dei sintomi peculiari che una persona affetta da disfagia può mostrare:
- evita i pasti
- durata eccessiva dei pasti
- senso di corpo estraneo dopo i pasti
- reflusso nasale e/o reflusso gastroesofageo
- tosse riflessa
- aumento delle secrezioni e difficoltà nel gestirle (sbavature orali)
- voce gorgogliante
- raucedine
- tosse o starnuti dopo il pasto
- perdita di peso non volontaria
- schiarimenti di voce frequenti
- alterazioni della mimica facciale
Anche l’analisi del modo in cui una persona disfagica mangia può essere utile per la diagnosi:
- mancanza di coordinazione tra deglutizione e masticazione
- ritardo ad iniziare la deglutizione
- rigurgiti orali o nasali
- impacchettamento nelle guance del cibo
- deglutizione multipla per singolo boccone
Conseguenze della disfagia
La disfagia è una sintomatologia complessa che può portare a conseguenze pericolose come la malnutrizione, la disidratazione, la sindrome da all’allettamento e la polmonite ab ingestis.
Per questi motivi la disfagia è presa molto seriamente in ambiente sanitario e la sua cura e riabilitazione sono di fondamentale importanza.
Riabilitazione, cura e rimedi per la disfagia
La riabilitazione della disfagia oro-faringea, secondo le linee guida 2005 della società tedesca di neurologia, prevede l’utilizzo di 4 metodiche:
- dieta e modalità di assunzione del pasti (addensanti, lubrificanti, alimenti a consistenza modificata)
- posture facilitanti (busto eretto, capo flesso, ruotato dal lato del corpo leso e inclinato dal lato sano)
- tecniche particolari di compenso (deglutizione forzata, deglutizione sopraglottica e manovra di Mendelshon)
- esercizi per la muscolatura oro-faringea
Esercizi per la disfagia
Il paziente per eseguire gli esercizi specifici deve essere in grado di mantenere l’attenzione per alcuni minuti (neglet), deve avere il cavo orale deterso e non deve avere aprassia bucco-facciale.
- gonfiare le guance
- movimenti della lingua (protusione, retrazione, in tutte le direzione, schioccare la lingua)
- esercizi per le labbra (bacio, sorriso)
- articolazione di fonemi come GA-CA o pronunciare la EEEE
- schiarirsi la voce e tosse volontaria
- coordinazione respiro apnea
- induzione manuale ascensione laringe
Per la riabilitazione della disfagia è sempre consigliabile rivolgersi a personale sanitario competente.
Alimenti da evitare
Tra le precauzioni più importanti in un paziente disfagico, sicuramente tra le più importanti c’è il non mangiare determinate tipologie di alimenti come cibi che impastano la bocca, che richiedono molta masticazione, con semi, filamentosi, con consistenze miste, latte, liquidi molto fluidi, secchi friabili, ecc
Epidemiologia della disfagia
La disfagia è un disturbo che trova diffusione negli anziani a causa della diminuzione di olfatto e gusto, la perdita dei denti e l’indebolimento dei muscoli masticatori.
La disfagia oltre ad essere legata a molteplici malattie, come quelle elencate prima, ha una valenza particolare nel paziente colpito da stroke.
In questi casi infatti, la causa di morte più frequente è la polmonite ab ingestis (con una prevalenza che può arrivare al 40%), una conseguenza della disfagia.
Per fortuna, se gestita bene, la disfagia ha in genere una evoluzione clinica favorevole nell’emiplegico.