L’ernia cervicale è una patologia che interessa il tratto cervicale della colonna vertebrale e che consiste nella fuoriuscita di una porzione di nucleo polposo dal disco posto tra due vertebre cervicali.
Questo materiale viene definito come erniazione e in base alla sua posizione (le più frequenti sono tra C4-C5, C5-C6 e C6-C7), forma e grandezza può essere causa di diversi sintomi e patologie.
Il problema può essere generato da diverse fattori come l’invechciamento, uno o più traumi a carico della cervicale o un’equilibrio posturale scorretto.
Tengo a precisarti che l’ernia cervicale è molto più rara di un’ernia del disco lombare, per una questione puramente biomeccanica e di “carichi sotto forza di gravità” che incidono in modo diverso sulle due parti.
Allo stesso modo è importante tu sappia che la cervicale è anche una zona molto più delicata da trattare.
Le cause e i fattori di rischio
Negli ultimi decenni è cambiato il modo di lavorare: molta più sedentarietà e molti più impieghi davanti alla scrivania, al cellulare o al computer.
Di conseguenza non dovresti stupirti del vertiginoso aumento di sintomi da cervicalgia o comunque inerenti a problematiche cervicali (specialmente nelle donne).
Oltre a traumi diretti e incidenti stradali (il classico colpo di frusta), esistono quindi delle situazioni che aumentano le percentuali di rischio di soffrire di ernia del disco cervicale:
- Postura scorretta della schiena
- Sedentarietà
- Lavoro alla scrivania (studio, computer,…)
- Sforzi eccessivi protratti nel tempo
- Tensioni e stress troppo accentuati per troppo tempo
- fattori che accompagnano fisiologicamente l’invecchiamento fisico e del disco stesso
- Fattori genetici
Ognuno di questi fattori di rischio può aumentare le tue probabilità di incappare nella sintomatologia tipica da ernia del disco cervicale.
I sintomi di un’ernia cervicale
Partiamo da due concetti molto semplici, ma fondamentali:
- I sintomi di un’ernia cervicale possono essere molto complessi e diversi da persona a persona
- I sintomi cervicali non vanno mai trascurati
Il passaggio successivo viene quasi naturale: è fondamentale sapere quali siano i sintomi riconducibili a un’ernia del disco cervicale per poter fare un ragionamento clinico corretto.
Molto spesso le persone si presentano dal loro medico o fisioterapista per una diagnosi o valutazione lamentando uno dei seguenti sintomi:
- Dolore cervicale o durante i movimenti del collo o torcicollo
- Tensione ai muscoli sternocleido mastoideo e trapezio (specialmente i fasci superiori)
- Parestesie o formicolii al braccio e/o alla mano
- Deficit di forza agli arti superiori con ipotrofia di muscoli specifici
- Perdita di sensibilità (o in alcuni casi iperalgesia) a parti di braccia e mani (in base ai dermatomeri coinvolti)
- Sensazione di “scosse” o “punture di spilli”
- Problematiche anche agli arti inferiori se l’ernia coinvolge il canale vertebrale (mielo-radiculopatia)
Oltre a questi sintomi muscolari e radicolari possono presentarsi altre sintomatologie particolari come:
- Vertigini e acufeni (fischi alle orecchie)
- Disturbi visivi
- Giramenti di testa
- Nausea e vomito
- Mal di testa da cervicale (o anche mal di testa generico)
Ogni caso può riportare uno o più dei sintomi sopra riportati, ogni persona può soffrirne con un’intensità diversa e in modo diverso e ogni paziente necessita della corretta valutazione e di un trattamento ad hoc per il suo problema specifico.
Diagnosi e cura
Se presenti uno o più di questi sintomi in modo molto intenso e persistente, rivolgiti al tuo fisioterapista o al tuo medico di fiducia: questo valuterà il da farsi.
L’iter generalmente prevede la radiografia, la visita specialistica (ortopedica o neurologica), la risonanza magnetica e la visita di controllo specialistica, nonché in seguito la fisioterapia.
Sottolineo che l’esame migliore per fare diagnosi in caso di ernia del disco (qualsiasi tratto della colonna vertebrale coinvolga) è senza ombra di dubbio la risonanza magnetica:
- evidenzia in modo accurato l’erniazione, ma anche legamenti e componenti ossee con degenerazione
- alta definizione di eventuali altre problematiche del corpo vertebrale o malattie del disco
- mette in luce il midollo ed eventuale sue compressioni o zone infiammate
Sicuramente come la maggior parte dei pazienti ti starai chiedendo: ma l’operazione?
Il discorso intervento chirurgico è molto delicato, come la maggior parte degli interventi, ma quando si parla di cervicale ancora di più.
In genere viene valutato solo in casi di estrema necessità, dove i sintomi risultano davvero invalidanti e dove la fisioterapia e le terapie conservative non ottengono i risultati sperati.
Vero è che la microchirurgia sta facendo passi in avanti molto validi, ma si tratta pur sempre di un’operazione (ad esempio discectomia) su una zona molto delicata e per questo deve essere valutata molto bene con lo specialista.
Esercizi, fisioterapia e rimedi
Il “no al fai da te” deve essere un mantra da utilizzare sempre in caso di ernia del disco cervicale: rivolgiti sempre a un fisioterapista esperto e qualificato.
Sulla salute non si scherza e sul tratto cervicale meno che meno.
Detto questo posso rassicurarti dicendoti che il trattamento conservativo ha spesso ottimi riscontri e salvo casi gravi è sempre la prima scelta.
Il trattamento conservativo si divide in due rami:
- l’intervento farmacologico
- l’intervento fisioterapico
I farmaci antinfiammatori (o cortisonici) non mirano ad eliminare il problema, ma ad abbassare il livello del dolore e permettere alla fisioterapia di poter svolgere il suo lavoro.
Lavoro che comprende diverse tipologie di trattamento in base alle diverse dinamiche che si presentano col paziente:
- Tecar terapia o laser terapia
- Massoterapia (massaggi terapeutici per contratture e tensioni, trigger points)
- Esercizi di mobilizzazione e rilassamento (come del muscolo omoioideo)
- Manovre e posture antalgiche
- Esercizi spercifici per la postura corretta (ginnastica posturale)
- Correzione di abitudini di vita scorrette come la posizione nel sonno (cuscino), la respirazione o al lavoro
In parallelo a questo trattamento sanitario conservativo è possibile provare con altri rimedi come:
- Agopuntura
- Riflessologia
- Riflessologia Plantare
- Reflessage
Il consiglio è sempre quello di rivolgersi di seguire il percorso sanitario per avere una diagnosi sicura (tramite risonanza magnetica) e se il dolore non dovesse passare provare con qualcosa di alternativo.
Vero è che la maggior parte dei rimedi viene definito complementare, nel senso che può essere affiancato alle cure sanitarie senza rischi.