I dati emersi da una nuova ricerca, condotta dai ricercatori francesi della fondazione Sophia Antipolis, avrebbero confermato la presenza nel veleno del black mamba, o mamba nero, di un potente analgesico e antidolorifico.
In questo studio, pubblicato su Nature, si è identificata nello specifico una sostanza con proprietà analgesiche molto potenti, paragonabili con quelle della morfina, ma senza gli spiacevoli effetti collaterali conosciuti dai più: la mambalgine proviene direttamente dal serpente nero africano (lungo fino a 4 metri) famoso per il suo morso capace di uccidere un uomo in poche decine di minuti.
In questa ricerca le mambalgine sono state testate su alcuni topi, in quanto i loro meccanismi del dolore sono molto simili a quelli presenti nell’uomo, e questo fa ben sperare per eventuali futuri impieghi in ambito terapeutico, come spiegato da Anne Baron, responsabile della ricerca per l’Institut de Pharmacologie Moléculaire et Cellulaire del CNRS francese.
Ci sono infatti buone possibilità che il veleno possa venir utilizzato per bloccare i canali ionici dei nervi, la principale via di trasmissione dolorifica.
E’ molto curioso il fatto che questa nuova possibilità curativa per l’uomo venga esclusivamente dal serpente chiamato dei sette passi a causa della sua mortalità: infatti la mambalgina è presente solo nel mamba nero e non negli altri serpenti velenosi: probabilmente l’analgesico agirebbe insieme alle altre tossine per impedire alla eventuale preda di scappare.
Potrebbe essere la scoperta del secolo, in quanto ad oggi non esistono farmaci che compiano un egregio lavoro come antidolorifico senza avere effetti collaterali indesiderati sull’organismo umano.
La strada da percorrere è molto lunga e probabilmente ci vorranno almeno una decina di anni e moltissimi finanziamenti, ma la prospettiva sembrerebbe proprio eccitante.